Costruisci, Piccola, Costruisci. Quando Gli Architetti Radicali Facevano La Discoteca

Orti, tappeti volanti e Scrooge McDuck: alla fine degli anni ’60, giovani architetti italiani strapparono la tradizionale discoteca e progettarono un nuovo tipo di paese delle meraviglie del boogie. Torna indietro a un momento dimenticato nella storia del design

Nel 1969 un architetto italiano di nome Titti Maschietto ebbe un’occasione imperdibile. Lui e alcuni compagni di studio dell’Università di Firenze si erano costituiti l’anno precedente come uno studio di architettura radicale chiamato Gruppo UFO, ispirato dallo studio “il linguaggio, la semiotica e le contraddizioni dell’architettura” sotto Umberto Eco.

Come accadeva alla fine degli anni ’60, avevano sviluppato molte idee radicali – “sulla disunione e la provocazione e sui filoni abbandonati della teoria urbana” – ma non avevano mai avuto l’opportunità di metterle in pratica. “Abbiamo iniziato a disturbare le antiche tradizioni di Firenze”, dice, “sfilando enormi oggetti gonfiabili per strada”.

Ma ora il padre di Maschietto aveva acquistato una grande villa nella località balneare toscana di Forte dei Marmi, con l’intenzione di farne un albergo. È arrivato con un proprio tratto di spiaggia e una “struttura tipo tendone o padiglione” che Maschietto ha ritenuto il luogo perfetto per il Gruppo UFO per progettare una discoteca che mettesse in pratica le loro teorie.