La Riqualificazione Del Cairo Di Norman Foster Ha Chiesto Alla Gente Del Posto. Dove Ci Inseriamo?

Torri di vetro, viali modernisti ed eleganti giardini pensili… La visione di Foster + Partners per il triangolo Maspero del Cairo può evitare le controversie sui megaprogetti del passato in Egitto e incoraggiare una nuova era di progettazione urbana e democrazia?

A un tiro di schioppo dal fiume Nilo, immerso in un groviglio labirintico di vicoli stretti, caffetterie animate e vernici scrostate, Tarek sta fissando un telefono. Le immagini sullo schermo ritraggono un viale elegante e modernista dominato da una fila di grattacieli di vetro. I giardini pensili coronano ogni edificio e su un balcone, un anziano egiziano solitario sta giocando a scacchi e versando il tè.

Ogni rendering è stato prodotto da Foster + Partners, lo studio di architettura più prestigioso della Gran Bretagna che ha appena vinto un concorso per ridisegnare un quartiere iconico nel centro del Cairo, promettendo di “stabilire il punto di riferimento per la rigenerazione urbana in tutto il paese”. Come parte dei suoi piani, la strada su cui si trova Tarek diventerà alla fine una laguna, fiancheggiata da “caffè, ristoranti e negozi che la renderanno una destinazione per il tempo libero altamente desiderabile”.

Ma Tarek, un venditore ambulante di mezza età che ha chiesto al Guardian di non usare il suo vero nome, è turbato. Guarda in basso la grafica lucida, e poi di nuovo in alto, prima di indicare i suoi vicini. “Dove siamo in questa foto?” lui chiede.

La domanda di Tarek entra nel vivo del dibattito sullo sviluppo urbano in Egitto, un campo di battaglia intimamente intrecciato con le turbolenze rivoluzionarie dell’ultimo mezzo decennio e che ora sta assumendo di nuovo un’intensa rilevanza politica. Il suo quartiere è in prima linea in una lotta tra due modelli di cambiamento in competizione, e il risultato promette di rivelare molto sulle intenzioni degli ultimi governanti autoritari dell’Egitto.